Home IN EVIDENZA Pane, chiacchiere e cucine incantate: Fulvio Marino si racconta

Pane, chiacchiere e cucine incantate: Fulvio Marino si racconta

Mugnaio di terza generazione, Fulvio Marino anziché fare i castelli di sabbia, da bambino faceva montagne di farina, nel mulino che nonno Felice decide di acquistare nel ’56 a Cossano Belbo.

La Valle Belbo è una terra di aromi e sapori: Tartufo Bianco d’Alba, Moscato d’Asti, la Nocciola Tonda Gentile delle Langhe, poi funghi e tanti altri sapori agricoli di regioni limitrofe che si incontrano e si integrano. Questo è il gustoso panorama natio della sua terra.

Gioco e curiosità lo portano ad appassionarsi e dar vita al suo primo lievito madre a 14 anni, e in un soffio oggi sono 21 anni che fa il pane.
Il primo contatto con questo magico mondo avviene grazie al libro delle Sorelle Simili, Pane e roba dolce. Ecco che dalle prime sperimentazioni nasce la passione e dalla passione nasce il lavoro.
Così la prima pagnotta viene sfornata con tanto amore, anche se Fulvio ci racconta che in quell’occasione non ha avuto la fortuna del principiante. Ma le emozioni più grandi arrivano velocemente, quando sono amici e familiari ad assaggiare.

Il pane è casa e lo abbiamo visto nel momento non luminoso del lockdown, momento in cui Fulvio crea un forte il legame con le persone che lo seguono.

Ricordiamo tutti che i primi prodotti venuti a mancare nei supermercati, erano proprio farine e lievito. In questo strano periodo le persone hanno iniziato nuovamente ad impastare, ridando forza alle tradizioni: pane, pizza e torte ci hanno permesso di sentire più stretto il contatto con la famiglia, come Fulvio mi induce a riflettere nella nostra chiacchierata.

Mi racconta anche come il consumo di pane sia oggi di 70 grammi pro capite, rispetto a 50 anni fa, in cui si parlava di chili. Tuttavia oggi il pane sta riprendendo l’importanza che deve avere sulla tavola e ridando forza alle nostre radici.

Nonostante la sua importanza storica, purtroppo rimane oggi il prodotto più sprecato in Europa. Diverso il valore che davano al pane, i nostri padri e nonni, che ci raccontano essere addirittura un prodotto benedetto. Si faceva la croce sulle pagnotte (tradizione ancora viva in alcuni forni e case) per ringraziarne la sacralità e non veniva mai sprecato, ma mantenuto quanto più possibile nella linea alimentare della famiglia o donato ai meno fortunati. Gli eventuali avanzi del pasto erano utilizzati nell’alimentazione degli animali. Non dite che dovremmo custodire questo valore prezioso?

Parlare con Fulvio è un esplorazione tra i ricordi. E per questa esperienza devo ringraziare Anna Maria e Silvia de La Cucina Incantata, sue amiche di vecchia data che lavorano da tempo con i prodotti di Mulino Marino. L’atmosfera di questo firma copie è un incontro tra amici, si sente un legame reale e profondo di stima, del resto, come lui stesso dice, le persone che lo seguono sono la linfa della sua forza nei momenti di lavoro più intenso.

Dalla Terra al Pane, il suo nuovo libro, è un viaggio nel mondo della panificazione italiana ed estera. È un libro pensato sia per chi il pane non lo sa fare e vuole iniziare a pianificare da zero, sia per chi ha già esperienza. Ce n’è per tutte le mani! E la coda per una dedica è lunga, ma piacevole nell’atmosfera accogliente de La Cucina Incantata e grazie alla giovialità di Fulvio Marino, si sente ancora più intensamente questo clima familiare.

Tisana e in vin brulé della casa ci scaldano mentre acquistiamo una copia del libro al corner di Libreria Incontri. Sulla mia copia la dedica di Fulvio va a mia mamma, ma in cuor mio a tutte le donne della mia famiglia, che hanno messo sempre amore nelle loro mani, mentre impastavano. Lo stesso sentimento che ha mosso le mani di Fulvio Marino nell’emozione del suo primo pane, e che oggi porta a noi con il suo lavoro e le sue ricette.

Chiara Allegra Tracquilio per Saporosare


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