Saporosare si è lasciato trascinare dai profumi e dalle tradizioni gastronomiche marchigiane e ha incontrato una nuova produzione che pone attenzione al sostenibile, alla selezione e alla ricerca: così nascono i prodotti Disolocibo. Abbiamo voluto saperne di più.

Come e quando nasce Disolocibo, e che filosofia c’è alla base del progetto?

Disolocibo si propone di evocare emozioni antiche attraverso delle ricette pronte preparate in modo artigianale e firmate dallo Chef Marco Biagiola, che vanta oltre 30 anni di esperienza nel settore della ristorazione. Inoltre questo brand si distingue per la totale assenza di additivi chimici e una selezione maniacale delle materie prime che sostiene una filiera d’eccellenza, fatta di tante piccole aziende virtuose, che rappresentano un vero patrimonio del nostro territorio e che prendono sul serio l’impegno di tutelare l’ambiente. Considera che tutti gli ingredienti, incluse le erbe aromatiche selvatiche sono italiani al 100% e il sale proviene da una riserva del WWF di Trapani.

Noi abbiamo sempre utilizzato a casa i prodotti che Marco preparava al ristorante, in quanto realizzati con materie prime di altissimo livello. Così abbiamo via via organizzato il frigorifero e la dispensa di casa per avere sempre prodotti disponibili in tempi brevi, visto il poco tempo a disposizione. Molti nostri amici hanno cominciato a chiederci di poter avere a disposizione le stesse ricette che assaggiavano a cena da noi, e così abbiamo pensato di portare quella qualità nelle dispense di tutti.
Il periodo di lockdown ci ha dato il tempo per mettere a punto l’idea e sviluppare questo nuovo brand.
Il nome Di-solo-cibo rappresenta l’impegno a non utilizzare conservanti, addensanti chimici, stabilizzanti, antiossidanti, coloranti artificiali e tutto ciò che rappresenta un artificio alimentare. Nelle etichette dei nostri prodotti non troverai mai aromi o “codici alfanumerici”, ma solo il nome di ingredienti che derivano dalla natura.

 Quanto lavoro di ricerca c’è dietro ogni prodotto? Quante “prove” e “tentativi” in media vengono fatti per l’approvazione di una nuova ricetta?

Fortunatamente l’esperienza di Marco non dà molto spazio a errori nelle ricette. Un minimo di tre anni sono necessari per testare la conservabilità del prodotto, visto che non usiamo conservanti chimici. Teniamo i campioni fermi per poi farli analizzare in laboratorio e verificare che i processi di cottura e pastorizzazione siano adatti a garantire una shelf-life adeguata alla vendita nelle botteghe. Per il momento abbiamo focalizzato il lancio di questo brand su una linea di 13 sughi, ma sono in corso i test per ampliare l’offerta con altre portate sempre “no-chimica” e italiani al 100%.
Un altro aspetto importante che prevede numerosi tentativi è quello legato alla selezione delle materie prime: gli alti standard che pretendiamo da tutta la filiera rende complessa la scelta dei fornitori. Sono sforzi ben ripagati perché la qualità di carne, pesce e verdure così selezionate si riflette egregiamente sul prodotto finale.
Un esempio è quello del ragù di cinghiale selvatico: dopo diverse prove abbiamo contattato il Parco Naturale Gola della Rossa e Frasassi, un luogo conosciuto della Regione Marche per le sue celebri grotte carsiche sotterranee. Abbiamo scoperto che in questa riserva incontaminata i cinghiali vengono abbattuti per evitarne il sovrappopolamento con una caccia “di posta”, che coglie di sorpresa l’animale, non lo spaventa con inseguimenti di ore e il risultato, oltre che dal punto di vista etico, è anche un gusto sorprendentemente delicato e salutare per il consumatore: la carne è molto tenera e non sviluppa sentori forti di selvaggina dovuti all’adrenalina e all’acido lattico, per cui la ricetta non necessita marinature o simili processi altrimenti necessari a smorzare odori forti.

Tradizione e sperimentazione: in quale misura sono presenti in Disolocibo?

Sono due aspetti paralleli. Le tradizioni italiane rappresentano le nostre radici, la nostra identità e sono per noi valori fondamentali da tutelare e tramandare. La vera sfida è fare in modo che il bagaglio culturale del nostro Paese incontri le esigenze di oggi, come ad esempio il poco tempo libero, o la poca capacità di realizzare ricette complesse con materie prime di difficile reperibilità. La velocità è ormai diventata sinonimo di junk-food, così come cibo pronto è tipicamente associato alla presenza di additivi chimici, quali addensanti e aromi artificiali. Questo progetto si pone in netta controtendenza, puntando sui piccoli allevatori italiani, su una pesca etica che evita le catture collaterali, su coltivatori che hanno a cuore la biodiversità e l’impegno di rispettare l’ambiente.

Come fare per provare i vostri prodotti? Attraverso lo shop on-line arrivano in tutta Italia?

Per il momento sono distribuiti in molte enoteche e botteghe delle Marche. I privati possono ordinarli attraverso il nostro e-commerce: spediamo in tutta Italia e anche nei principali Paesi europei.

Link al sito ufficiale: Home – DISOLOCIBO


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