È piacevole essere riconosciuti.
Un riconoscimento non necessariamente connesso ai tratti o al nome.
Ti sto parlando, caro lettore di qualcosa di più prezioso, intenso e interpretativo: lo sguardo profondo di chi legge l’anima, carezzandola dove serve: come faceva Vienne, la bella Maestra Pasticciera del film Chocolat.
Entrando nel suo negozio aperto di fresco, in un minuscolo villaggio francese, il cliente viene accolto dalla incredibile capacità intuitiva di Vianne (una Binoche imperdibile) che ne indovina subito il gusto preferito, riconoscendone i desideri latenti e le passioni.
Una capacità pericolosa e guardata con sospetto da tutti coloro – per primo il sindaco – che considerano beni necessari la rigidità, il contegno e l’ordine, mantenuto a suon di rigore e incalzanti sermoni domenicali.
Ben presto la bottega di Vienne, stabilitasi in città con la figlia Anouk, diventa teatro del cambiamento, un cioccolatino alla volta, turbando la placida tranquillité paesana con tentazioni sempre più irresistibili.
Ed è così che, mentre in paese arrivano zingari danzanti dal fiume, invisi a tutti ma non a Vianne, gli eventi si susseguono danzando.
Una donna maltrattata si ribella al marito, una madre iperprotettiva perde la presa sulle briglie del figlio e riesce poi a riconciliarsi con lui, sedando le ansie e con la nonna del ragazzo, tanto scorbutica quanto saggia e libera da non aver mai digerito la falsa moralità dilagante.
L’ordine tutto si sovverte fino a che un sindaco impazzisce e uno zingaro in fuga rimane per amore di Vienne che, ironia della sorte, vorrebbe nuovamente ripartire, rispondendo a un bisogno di fuga mai sedato.
Ma il vento cambia e lei resta.
Perché restare non è ancorarsi ad un luogo, ma alle persone e a cuori in cui abitare.
Chocolat è un film che si annusa minuto dopo minuto, vellutato come la cioccolata calda e piccante, come certi profumi d’oriente che sussurrano promesse notturne.
Un gioco di contrapposizioni tra movimento e stasi, tranquillità ed euforia, silenzio e canzoni sguaiate, castrazione e lussuria fino al perfetto equilibrio.
Talmente perfetto da poter essere racchiuso in un dolce, suadente cioccolatino. Il tuo preferito.
Ora devi soltanto decidere quando assaporarlo, dove e soprattutto, con chi.
Valeria Munari per SaporOsare
Mousse di fondente all’habanero
Ingredienti
Per la mousse
- 150 gr di cioccolato fondente
- 300 ml di panna liquida
- 1 pezzetto di peperoncino habanero
Per la glassa
- 100 gr di cioccolato fondente
- 100 ml di panna liquida
Istruzioni
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Per la mousse, ridurre in scaglie il cioccolato, scioglierlo a bagnomaria, unire il peperoncino frullato e lasciare raffreddare.
Sbattere la panna con la frusta e non appena inizia a montare incorporarla poco a poco al cioccolato sciolto.
Versare il composto negli stampi e chiudere in frigo per almeno un’ora.
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Per la glassa, tritare la cioccolata rimasta e scioglierla nella panna portata a ebollizione. Coprire con questa le mousse sformate e decorare con altro peperoncino.